domenica 20 dicembre 2009
A 'rriatu Natale...
P.S.= Per la verità non tutti venivano a bere la tazza "te giucculata", perchè alcuni (i maschi) preferivano recarsi allu "De Giorgi" che vendeva liquori e relativi assaggi ed era situato all'angolo destro l'entrata della Chiesa di S.Chiara, angolo di Via Fatebenefratelli.
domenica 15 novembre 2009
...te retu cucchieri, la rota sta gira...
venerdì 13 novembre 2009
Ascaru?
La mia povera mamma me lo ripeteva sempre, per intendere che molte volte ero poco socievole. Il nome derivava dai famosi àscari (dall'arabo ʿaskar, "soldato") che erano soldati indigeni dell'Africa Orientale Italiana, inquadrati come componenti regolari del Regio Corpo Truppe Coloniali, le truppe coloniali italiane in Africa. Erano abili esploratori, ed implacabili esecutori di ordini, specie in battaglia.
mercoledì 11 novembre 2009
Asca te lu stessu taccaru
"Asca te lu stessu taccaru"?
Capito il significato? quando si vuole intendere che due persone hanno la stessa visione o comportamento. Appunto si intende che l'"asca" (ramo d'albero) proviene dallo stesso tronco (taccaru).
A proposito oggi è San Martino e le "asche" serviranno per accendere i camini per la "carne 'rrustuta" e le castagne, accompagnato da un buon vino che oggi è diventato "novello".
Tanti auguri a tutti li "mbriacuni (mi ci metto pure io).
martedì 13 ottobre 2009
Mucculone, 'nfurzionatu, catisciatu
Comunque voglio tornare allo scopo di questo blog. A Milano ho avuto modo di discutere delle finalità che mi sono prefisso, cioè ricordare i fatti e le parole della Lecce vecchia (... ma non tanto.. perchè non è che io sia tanto vecchio... almeno credo). Tra le parole che ho ricordato con alcuni compagni di viaggio, abbiamo discusso di:
- mucculone = bonaccione troppo credulone
- 'nfurzionatu = raffreddato
- catisciatu = calpestato
... di parole ne ho molte da riportare... ma non voglio dilungarmi troppo. E' stata l'occasione per riprendere il dialogo con il mio blog. A risentirci.
giovedì 10 settembre 2009
Mia moglie
Caro Gianni,
che bella idea che hai avuto!
Anch’io, superati i famosi …anta, mi chiedevo con chi posso condividere i miei ricordi di bambina… le mie emozioni… le mie piccole gioie.
Infatti credo che, non avendone avuto il tempo, non ho trasmesso ai miei figli quali erano le mie piccole gioie, le piccole cose che mi facevano felice e come tutto ci sembrava un dono, una felicità.
Avendo vissuto da piccola in un paese prettamente agricolo e avendo avuto la fortuna di avere un nonno contadino, ho potuto apprezzare la natura con tutto ciò che essa ci dava.
Andare a pranzo in casa della nonna per noi era una grande festa perché, avendo delle zie giovani, venivo coccolata da tutte e ricordo con particolare emozione quando, a fine pranzo, il nonno con un sorriso sornione, prendeva la sua giacca (quella con la quale andava in campagna) a cui aveva legato la parte finale delle maniche e la apriva sul tavolo, facendo cadere tutto ciò che conteneva. La sorpresa e la gioia di noi bambini era vedere tutti i tipi di frutta di stagione che il nonno aveva raccolto: albicocche, ciliegie, pesche… e ognuno poteva prendere ciò che voleva.
Quanti colori… quanti profumi… quanta gioia!
M.Rosaria
mercoledì 2 settembre 2009
Filastrocca
Sapete cos'è un "ruccu". I più vecchi... ehm... volevo dire i più anziani, lo sapranno di sicuro. Sono i piccioni ..."li rucchi". Mi sono ricordato quella filastrocca che si ripeteva ai bambini e che adesso scriverò:
"Capelli d'oro, la fronte medica,
le due candele, lu ruccu ruccu,
lu mangiatuttu, lu centrune...
e lu capasune!"
Immaginate la testa di un bimbo di cui si elencano le parti: i capelli (d'oro?), la fronte (medica?) lu ruccu ruccu (il naso... e cosa c'entra il piccione?) lu mangiatuttu (quì è giusto la bocca)lu centrune (sarebbe la gola?) e lu capasune (lo stomaco e anche questo è giusto).
Mi chiedevo da dove originavano queste filastrocche... bah!
sabato 29 agosto 2009
Salsamenteria
Abitavamo in due case contigue, peraltro di loro proprietà, e lu “ziu Pippi” e sua moglie (zia diretta di mio padre) la zia Teresina, avevano il commercio di una “Salsamenteria” (Alimentari), abbastanza avviata. Dovete sapere, ed i più della mia età se lo ricordano, che nella “salsamenteria” si vendeva di tutto. Dai legumi, contenuti in grossi sacchi di iuta, allo zucchero, caffè, pasta, baccalà, olio, vino, ecc. Tutto rigorosamente in maniera “sfusa”, non confezionata e quindi alla portata di tutto (mosche, zanzare, mani sporche, ecc.). Ebbene, il mio divertimento più grande era quello di trascorrere il mio tempo libero (quando non ero impegnato in giochi più importanti) in questa “salsamenteria”. Ricordo che i sacchi di iuta contenente i legumi erano ai piedi del grande bancone in legno e quindi alla portata delle mie manine “franteddhuse” ; il mio “passatempo” consisteva nel prendere con la sessola una certa quantità di fagioli e versarla nel sacco delle lenticchie, poi una certa quantità di ceci con i fagioli e così via… immaginate le urla di mia zia Teresina!! Il povero ziu Pippi, invece, per non farmi sgridare mi difendeva e con una pazienza, che adesso gli riconosco, aveva il “coraggio” di stendere sul bancone i vari legumi e dividerli uno ad uno, rimettendoli nel sacco giusto. Immaginate che lavoraccio… ma io lo aiutavo! Questo è solo uno dei tanti ricordi dellu ziu Pippi, che porterò sempre nel mio cuore.
venerdì 28 agosto 2009
Società Operaia
Stamane, mentre camminavo per le vie di Lecce, attraversando Corso Vittorio Emanuele, che parte da piazza S.Oronzo e si protende fin sulla soglia di Piazza Duomo, mi son ricordato di quando, da bambino, passando vicino alla Società Operaia (Galleria Maccagnani), intravedevo all’interno di questa una svariata rappresentanza di persone, quasi tutti uomini, che parlottavano fra loro. Era per me un mistero non riuscire a capire cosa facessero tutte quelle persone, specie di mattina, riunite a chiacchierare come se il mondo non avesse bisogno della loro presenza. Chi erano? Cosa facevano?
Io sbirciavo, con la curiosità dei miei pochi anni preadolescenziali, per cercare di capire a che servisse quel luogo e perché quelle persone si riunivano. Non serviva molto chiedere ai “grandi” spiegazioni. Chi rispondeva che si riunivano per affari (che affari?); chi rispondeva che erano persone di intelletto che si scambiavano idee culturali; chi, ancora, rispondeva che erano persone facoltose e che si riunivano per decidere come passare le serate in quella o quell’altra casa. Per me, comunque, rimanevano persone che non lavoravano e quindi erano degli sfaticati!
Me ne tornavo a casa (nel prossimo spot vi racconterò di essa) e restavo nella convinzione che esistevano persone che non avevano voglia di lavoraregiovedì 27 agosto 2009
Ho deciso di aprire un blog...
E che dire di quelle famose espressioni che si usavano un tempo e che oggi, a ripeterle, a dir poco si viene guardati come marziani. I nostri ragazzi non hanno più, ahimè, nè la voglia nè il piacere di imparare vecchi detti (sempre attuali) o vecchie espressioni dialettali che ben rendono il momento storico. Ma forse, e ne sono sicuro, non siamo noi in grado di insegnare loro quello che ormai non ricordiamo più.
Allora, scrivetemi ed inseriremo tutto ciò che riguarda la nostra "Lecce mia!"