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Lecce, Italy
Pensionato sessantenne, sfaticato (si fa per dire!), felicemente sposato da 35 anni con due figli...ormai indipendenti. Leccese verace... come le vongole o come ... li purceddhuzzi, i pasticciotti, li ciceri e thria, le sagne 'ncannulate, e chi più ne ha ...

sabato 29 agosto 2009

Salsamenteria

Vi dicevo, nel mio precedente post, che da bambino abitavo nei pressi della chiesa del S.Rosario (alle sue spalle). Ho frequentato la 1^ elementare in quella scuola fuori Porta Rudiae dal nome “Armando Diaz”. Molti di voi, non più giovani la ricorderanno. Era (lo è ancora) una grande costruzione di epoca fascista, con all’interno quei grandi corridoi che indirizzavano nelle varie aule. Al suono della campanella (che per la verità non ricordo di averla mai sentita) si entrava in classe accompagnati dai genitori, parenti o affini. Il mio angelo-tutore non era né mia madre né mio padre, ma era uno zio acquisito di mio padre (lu ziu Pippi). Ed è di lui che vi vorrei raccontare. Una persona che non ho mai dimenticato. Forse nella mia fanciullezza vedevo in lui quel nonno che, non avendolo più da parte di padre ed avendo solo quello da parte di madre, che purtroppo non poteva dedicarmi molto tempo perché anche lui lavorava, come vi dicevo, riversava su di me tutte le sue attenzioni e premure.
Abitavamo in due case contigue, peraltro di loro proprietà, e lu “ziu Pippi” e sua moglie (zia diretta di mio padre) la zia Teresina, avevano il commercio di una “Salsamenteria” (Alimentari), abbastanza avviata. Dovete sapere, ed i più della mia età se lo ricordano, che nella “salsamenteria” si vendeva di tutto. Dai legumi, contenuti in grossi sacchi di iuta, allo zucchero, caffè, pasta, baccalà, olio, vino, ecc. Tutto rigorosamente in maniera “sfusa”, non confezionata e quindi alla portata di tutto (mosche, zanzare, mani sporche, ecc.). Ebbene, il mio divertimento più grande era quello di trascorrere il mio tempo libero (quando non ero impegnato in giochi più importanti) in questa “salsamenteria”. Ricordo che i sacchi di iuta contenente i legumi erano ai piedi del grande bancone in legno e quindi alla portata delle mie manine “franteddhuse” ; il mio “passatempo” consisteva nel prendere con la sessola una certa quantità di fagioli e versarla nel sacco delle lenticchie, poi una certa quantità di ceci con i fagioli e così via… immaginate le urla di mia zia Teresina!! Il povero ziu Pippi, invece, per non farmi sgridare mi difendeva e con una pazienza, che adesso gli riconosco, aveva il “coraggio” di stendere sul bancone i vari legumi e dividerli uno ad uno, rimettendoli nel sacco giusto. Immaginate che lavoraccio… ma io lo aiutavo! Questo è solo uno dei tanti ricordi dellu ziu Pippi, che porterò sempre nel mio cuore.

venerdì 28 agosto 2009

Società Operaia

Stamane, mentre camminavo per le vie di Lecce, attraversando Corso Vittorio Emanuele, che parte da piazza S.Oronzo e si protende fin sulla soglia di Piazza Duomo, mi son ricordato di quando, da bambino, passando vicino alla Società Operaia (Galleria Maccagnani), intravedevo all’interno di questa una svariata rappresentanza di persone, quasi tutti uomini, che parlottavano fra loro. Era per me un mistero non riuscire a capire cosa facessero tutte quelle persone, specie di mattina, riunite a chiacchierare come se il mondo non avesse bisogno della loro presenza. Chi erano? Cosa facevano?

Io sbirciavo, con la curiosità dei miei pochi anni preadolescenziali, per cercare di capire a che servisse quel luogo e perché quelle persone si riunivano. Non serviva molto chiedere ai “grandi” spiegazioni. Chi rispondeva che si riunivano per affari (che affari?); chi rispondeva che erano persone di intelletto che si scambiavano idee culturali; chi, ancora, rispondeva che erano persone facoltose e che si riunivano per decidere come passare le serate in quella o quell’altra casa. Per me, comunque, rimanevano persone che non lavoravano e quindi erano degli sfaticati!

Me ne tornavo a casa (nel prossimo spot vi racconterò di essa) e restavo nella convinzione che esistevano persone che non avevano voglia di lavorare

giovedì 27 agosto 2009

Ho deciso di aprire un blog...

Ho deciso, dopo una "bella" intossicazione alimentare che mi ha tenuto 10 giorni a letto, di creare questo blog. Perchè?
In questi giorni di forzata inattività, mi son venuti in mente, in occasione della festività di Sant'Oronzo "nesciu", ma lo avevo già fatto da tempo, dei ricordi della fanciullezza. Di come si viveva dagli anni 50 e successivi la festività di Sant'Oronzo, del S.Natale e di tutte quelle ricorrenze civili e religiose che si succedevano e che lasciavano in noi bambini e ragazzi (dell'epoca) un ricordo particolare e sensazioni che col tempo abbiamo perso. Mi piacerebbe ritrovarle con il vostro aiuto.
E che dire di quelle famose espressioni che si usavano un tempo e che oggi, a ripeterle, a dir poco si viene guardati come marziani. I nostri ragazzi non hanno più, ahimè, nè la voglia nè il piacere di imparare vecchi detti (sempre attuali) o vecchie espressioni dialettali che ben rendono il momento storico. Ma forse, e ne sono sicuro, non siamo noi in grado di insegnare loro quello che ormai non ricordiamo più.
Allora, scrivetemi ed inseriremo tutto ciò che riguarda la nostra "Lecce mia!"